di Federica Pinna Quante volte i bambini fantasticano su cosa vogliono fare da grande, quante volte sognano una divisa da poliziotti, una macchina rossa che li trasformi in pompieri o un registro che renda le bambine delle ottime maestrine. Ecco, io mi vedevo sempre con un camice bianco e uno stetoscopio al collo; fantasticavo di essere una dottoressa in prima linea: adoravo prendermi cura degli altri e facevo le prove con nonni, genitori e familiari in genere. Poi però si cresce e le passioni cambiano, la vita apre nuove strade e nuovi sogni popolano le nostre giornate. L’adolescenza ci porta ad essere indecisi sul nostro percorso; infatti la maggior parte delle volte che si chiede a un ragazzo di 15-16 anni che cosa vuole o cosa gli piacerebbe fare da grande, le risposte che si ricevono sono titubanti in quanto non si hanno ancora le idee chiare e concrete: la certezza della prima infanzia vacillano le prospettive sono tante e fumose. A me invece è successa un’altra cosa: ho dismesso il camice bianco, depositato nel baule dei sogni da bambina lo stetoscopio e ho iniziato a fantasticare con i numeri appassionandomi sempre più alla matematica, e poi, udite udite, ho virato verso l’economia. Sì, avete capito bene, niente penna e pc per diventare giornalista o scrittrice, ma semplici occhialini, calcolatrice e tablet per fare di me la manager del futuro. Ho iniziato quasi per gioco, facendo dei conti in modo dettagliato per mio padre, appassionandomi ai calcoli e al mondo finanziario e da qui il passo è stato breve: finita la terza media la mia strada era già segnata, l’indirizzo di amministrazione Finanze e Marketing del Polo Tecnico mi aspettava con quelle che sarebbero diventate le “mie materie”: e così ho iniziato a familiarizzare con il diritto, l’economia politica, l’economia aziendale. Poi ci sarà l’università. “Nella vita, diceva Logan Smith, si dice che ci sono due cose a cui mirare: la prima, ottenere ciò che si desidera e, subito dopo, goderselo; solo i più saggi tra gli esseri umani ottengono la seconda.” Io punto già al secondo traguardo. I sogni son desideri… chi lo diceva? Ah sì, la mitica Cenerentola, beh, certo i suoi erano un po’ diversi dai miei. Il mio principe azzurro forse è un po’ meno bello e colorato ma mi darà tante soddisfazioni.
Aria buona, cibo sano e cultura il fascino delle borgate della Nurra
La Nurra...un territorio da riscoprire. Un luogo a cui ridare vita per offrire un futuro migliore ai residenti. Uno stile di vita aperto alla natura e alla bellezza ancora incontaminata. E' la Nurra di Sassari, una volta fiorente centro agro-pastorale. Interessata...