Ci sono le passioni, c’è l’istinto che ti guida verso la strada che pensi sia giusta per te. Ma ci sono anche altre variabili che pesano in misura importante sulla scelta del percorso da intraprendere dopo il diploma. I ragazzi cambiano idea spesso, quelle che sembrano certezze – voglio diventare un medico oppure un avvocato – vengono sostituite da altre, legate a quello che accade intorno a noi, alla richiesta che arriva dal mercato ma anche al tempo che si vuole dedicare alla formazione per poi finalmente entrare nel mondo del lavoro e diventare indipendenti. Il Covid ha complicato tutto. L’emergenza sanitaria che tiene i ragazzi, per ora le scuole superiori, a casa a fare didattica a distanza, ha cancellato qualsiasi occasione di incontro e confronto faccia a faccia. Addio giornate dell’Orientamento in cui le facoltà universitarie si presentano e raccontano la loro offerta. E i maturandi hanno la possibilità di parlare a tu per tu con docenti e studenti. Ma addio anche alle giornate organizzate dall’Aspal nelle scuole, un’iniziatica partita con successo la primavera scorsa e interrotta bruscamente a causa del lockdown. E ora che cosa si può fare per aiutare gli studenti a un bivio? Il confronto si sposta on line, la rete è il nuovo riferimento al quale rapportarsi, tra chat, webinar e dialoghi riservati con tutor e consulenti. Le Università di Sassari e Cagliari ci sono. L’Aspal anche. E gli studenti sono lì, connessi con le orecchie tese e affamati di buoni consigli. Il Covid con tutti i suoi divieti ha dato una imponente accelerata a qualcuno che già esisteva e che – considerato il gradimento riscontrato con un boom di accessi – pare destinato a rimanere anche quando l’emergenza sarà finita e le misure di sicurezza allentate. E contemporaneamente saranno altre le iniziative che prenderanno corpo, mirate a dare risposte non solo a chi ha deciso di continuare gli studi dopo avere conseguito la maturità e deve scegliere la facoltà universitaria più giusta, ma anche a chi, a 18-19 anni, si sente pronto per tuffarsi nel mondo del lavoro. Per restare a galla ha bisogno di un salvagente, cioè di una persona o di un team di esperti che gli dicano se e quanto conviene avviare una determinata attività imprenditoriale o fare una specifica selezione. E in questo entra in gioco l’Aspal.
Basta cliccare sui siti di Uniss (Università di Sassari) e Unica (Università di Cagliari) per scoprire un enorme serbatoio di novità. Non tutte recentissime, a dire il vero, perché si tratta di iniziative avviate pre Covid che andavano ad affiancarsi a quelle tradizionali, cioè le classiche giornate dell’Orientamento universitario che si organizzano in primavera. Ora si fanno on line, se la situazione non migliorerà sarà così anche la prossima primavera. La richiesta è alta: all’ultima edizione di Orientasardegna, che si è svolta dal 29 settembre al 1 ottobre, hanno aderito oltre 53mila studenti.
Le Università. A Sassari come a Cagliari è nato il Progetto Orientamento finanziato dalla Regione, con l’inserimento di tutor che dialogano con gli studenti e li aiutano a valutare le proposte delle diverse facoltà. Il contatto avviene sulla piattaforma Skipe dopo la richiesta via mail in seguito alla quale viene fissato un appuntamento. Il progetto include anche una psicologa che offre un supporto prezioso in questo periodo così complesso: a Sassari ne hanno usufruito 82 studenti per un totale di oltre 300 colloqui. All’ateneo sassarese i 10 tutor sono entrati in campo a metà marzo: si tratta di giovani con esperienza pregressa nel campo dell’orientamento che sono stati assunti per 18 mesi. Da marzo a oggi, circa 150 studenti hanno chiesto l’aiuto dei tutor e in alcuni casi hanno avuto la possibilità di svolgere più colloqui. Boom di richieste anche alla Università di Cagliari, dove tra i tutor c’è chi lavora sulle competenze trasversali (logica, matematica, comprensione del testo, inglese e scienze) degli iscritti al primo anno, mentre altri operano a supporto di specifiche discipline, specie quelle con un forte taglio laboratoriale. Sempre a Cagliari prosegue poi il lavoro con le scuole superiori attraverso le reti di scuole, con incontri on line tra i docenti dell’ateneo e i docenti delle superiori. Più di 5mila studenti delle superiori sono stati sottoposti a specifici questionari per capire il loro livello di conoscenza sulle 4 aree trasversali su cui opera il Progetto (logica, matematica, comprensione del testo, inglese e scienze): i risultati dei test sono stati analizzati grazie al coordinamento scientifico del docente, Marco Guicciardi. In base ai risultati, vengono organizzate specifiche attività di recupero sulle singole materie già durante il percorso scolastico, per fare in modo che già dalle superiori gli studenti possano migliorare la preparazione e arrivare più preparati all’Università. A Sassari con il progetto Unisco gli studenti del triennio delle scuole superiori hanno la possibilità di frequentare corsi universitari appositamente organizzati per loro al termine dei quali ottengono crediti formativi. Lo scorso anno sono stati proposti 41 corsi ai quali si sono iscritti 1215 studenti provenienti da 34 scuole convenzionate. Quest’anno Unisco si arricchirà con lezioni dedicate alla preparazione ai test d’ammissione ai corsi a numero chiuso, a disposizione dei ragazzi ci sarà una piattaforma con 3500 quiz.
Aspal. L’approccio con L’Agenzia del lavoro è mutato nel tempo e per effetto del Covid cambierà ancora. Francesca Porcheddu, orientatrice Aspal, spiega che «sino a poco tempo fa nei centri per l’impiego si presentavano ragazzi alla ricerca del primo lavoretto stagionale dopo il diploma, quasi tutti nel campo turistico. Un impiego provvisorio, un primo contatto con il mondo del lavoro». Ma i servizi che Aspal offre sono molto più variegati e grazie a una campagna informatica avviata nelle scuole i ragazzi lo stanno scoprendo. «Forniamo un supporto per l’auto impiego, li aiutiamo a valutare se la loro idea di impresa abbia possibilità di avere successo, spieghiamo, fornendo numeri e statistiche, che cosa vuole il mercato». Ma non solo: «Attiviamo percorsi di tirocinio nelle aziende che possono aiutare a capire se quel tipo di scelta potrebbe sfociare in un percorso universitario». Perché, spiega Francesca Porcheddu, «dopo il diploma ci sono i ragazzi che decidono di prendersi una pausa per capire cosa sia più giusto fare dopo. In questi casi un periodo di tirocinio o di mobilità transnazionale può essere utile». Intanto Aspal guarda avanti e si organizza per adeguarsi alle nuove regole imposte dal Covid. L’obiettivo è creare attività seminariali su determinati temi che suscitano interesse tra i giovani: «La fotografia della situazione arriva dalle richieste sul nostro sito dove si spiega che tipo di servizio si cerca ma anche quale è l’idea di partenza che si vuole sviluppare. Per esempio: vorrei aprire un negozio di abbigliamento, oppure avviare una gelateria, come posso fare? L’obiettivo è mettere insieme quattro-cinque richieste simili e incontrarsi in un seminario sul tema nel quale condividere le informazioni. Un lavoro di squadra, necessariamente a distanza, ma che potrebbe rivelarsi utile anche per mettere a confronto le idee». Un buon inizio per chi arriva dalla scuola e comincia la nuova avventura.
Silvia Sanna