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I pericoli non riconosciuti del catcalling

Scritto da Manuela Calderaro

22 Aprile 2021

È già da un paio di settimane che si sente nuovamente parlare del fenomeno del catcalling che non è mai andato via. Tradotto letteralmente dall’inglese vuol dire “Chiamare il gatto”, perché questo fenomeno che si crea ricorda proprio il gesto.

Questo fenomeno consiste nel ricevere commenti indesiderati, che generalmente sono rivolti verso donne e ragazze con fischi, commenti volgari indirizzati alla vittima scelta, suoni di clacson, domande invadenti, talvolta anche offese e insulti in alcuni casi inseguimenti, avance sessuali o palpeggiamenti in aree pubbliche da parte di estranei.

Può essere considerata come una molestia.

Secondo alcune ricerche fatte nel 2015, attesta che l’80% delle ragazze ha ricevuto un commento indesiderato già a un’età inferiore dei 17 anni.

Almeno una volta nella nostra vita abbiamo sentito e alle volte anche subito qualche commento del tipo “a bella, che schianto” e chi anche peggio oppure fischi o colpi di clacson e così tanti altri. Questi non possono essere considerati dei complimenti poiché mette a disagio e paura alla persona colpita.

Questo fenomeno in Italia come in altri paesi non viene considerato come reato.

In queste settimane se ne parlato quando Aurora Ramazzotti ha subito catcalling, dopo che si è tolta la giacca dopo aver fatto della semplice corsa. Essa ha raccontato dell’accaduto sui social, dicendo che nel 2021 non era possibile che potessero accadere ancora queste cose.

Molti personaggi noti ne hanno parlato proprio per cercare di combattere questo fenomeno. Ma talvolta c’è chi ha commento “Pe’ du’ fischi” oppure “È solo un complimento”, come per dire cosa saranno mai due fischi o come per i complimenti che così non di possono definire visto che sono fuori luogo e inappropriati, come quei due fischi che turbano lo stato d’animo di tante ragazze e donne, che quando camminano per strada specialmente di notte non si sentono sicure e come giustamente ha detto Luciana Littizzetto nel monologo sul catcalling, che dice “ […] Io sono stanca di avere paura per colpa tua. Sono stanca di essere in ansia se torno con l’ultimo treno. Sono stanca di stare al cellulare con mia figlia quando torna tardi la sera fino a quando non apre la porta di casa”. Queste sono parole di una donna, che è madre ed è stata ragazza e si è stancata di tutto ciò, così come tante altre donne e ragazze che si sono stancate di avere paura e subire catcalling.

Questo problema è stato portato più volte al tavolo del governo ma senza risultati. Bisogna educare le persone a sapersi comportare e ad aiutare il prossimo anche in questi casi e a non incutere paura solo per puro divertimento o per mostrarsi davanti agli amici. È un fenomeno che va combattuto con i vari mezzi a disposizione come parlare, leggere, documentarsi o utilizzare i social in modo buono come modo di comunicazione e così in tanti altri modi, bisogna farlo per noi stessi, per gli altri e per le generazioni che verranno.

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