“La salute è da intendersi come uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non consiste soltanto in un’assenza di malattia o di infermità ma essa consiste nella capacità di mantenere il proprio equilibrio nell’affrontare gli eventi della vita e di adattarsi ai cambiamenti del proprio ambiente. La salute necessita di ambienti favorevoli alla vita umana, di adeguate relazioni sociali e di opportune forme di cura reciproca e organizzata.” Questa è la frase centrale del ragionamento proposto da Ilaria Capua nel suo saggio “Salute Circolare”.
La salute circolare viene chiamata così poiché valuta tutti gli aspetti legati alla salute e al benessere delle persone, integrandoli con le prospettive ambientali, economiche e sociali di quella vera e propria rivoluzione, in primis culturale, rappresentata dall’economia circolare, in forma coerente con la strategia One Health (elaborata dal One Health Center, di cui la Capua è direttrice).
Se vogliamo raggiungere l’obiettivo necessario e condiviso di circolarità negli ambiti della salute e dell’economia, il principio alla base di questo cambiamento dovrà essere la necessità di ritrovare il corretto equilibrio in termini di proporzionalità, non discriminazione, trasparenza e coerenza, prevedendo interventi diretti dove è presente il rischio di severi effetti sulla salute. È necessaria peraltro una maggiore attenzione da parte di tutte le potenze mondiali volta alla tutela della salute.
Va inoltre tenuto conto che le evidenze scientifiche dimostrano come gli impatti più importanti possano spesso manifestarsi soprattutto a discapito delle fasce sociali più deboli e meno abbienti. Si deve gestire anche questo rischio, ma la necessità imprescindibile è quella di produrre processi che siano capaci di coinvolgere diversi partner: dalle autorità pubbliche ai settori produttivi, di distribuzione e di consumo, con il forte coinvolgimento delle persone e dei cittadini. Per un’efficace attuazione dei principi dell’economia circolare servono non solo norme e regole, ma anche capacità di informazione trasparente e sensibilizzazione, programmi educativi efficaci e lo sviluppo di innovazione e ricerca.
Molti sono gli studi che dimostrano come il cambio di rotta possa rappresentare un beneficio, anche in campo economico, per tutti i paesi dell’Unione europea e non solo, con degli effetti positivi importanti anche sulla salute e sul benessere dei cittadini. Questo diventa fondamentale sia per l’affermazione dell’economia circolare, sia per un efficace sistema di tutela ambientale, che – considerata la rilevanza dei processi in gioco – non potrà basarsi sulle sole azioni di vigilanza e controllo.
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