Quelle del 17 e del 18 settembre 2021 probabilmente saranno state delle comuni serate per molti cittadini sardi, ma non per me. Quelle serate  sono rimaste impresse nella mia memoria. La prima volta che venni a conoscenza della celebrazione per i 130 anni della Nuova Sardegna, il pensiero che potessi rivestire un ruolo così importante per contribuire all’organizzazione di tale evento non aveva assolutamente sfiorato la mia mente. Perché sì, io, insieme ad altri studenti , avevo il compito di interagire con gli ospiti rivolgendo loro domande di qualsiasi tipo. Una opportunità incredibile che, se non fosse stato per Daniela Scano e Silvia Sanna, ovvero le responsabili del progetto LaNuova@scuola, non avrei avuto modo di cogliere. Grazie ai loro fondamentali consigli e alla loro costante vicinanza, sono stata in grado di potermi affacciare a un nuovo mondo di cui, seppur non inmodo esauriente, ho potuto apprendere qualcosa: il mondo del giornalismo. Avere a che fare con studenti tanto interessati quanto me al progetto è stato qualcosa che mi ha arricchito interiormente. Attraverso la collaborazione, lo scambio di idee e i confronti che ci sono stati, ognuno di noi ha avuto modo di approfondire, anche al di fuori del progetto, la conoscenza che possedeva l’uno dell’altro. A seguire, fra i motivi per cui ho apprezzato tantissimo di aver partecipato a quest’evento, devo citare l’importante varietà di ospiti e l’impronta del progetto in sé, che consisteva non solo nell’onorare La Nuova Sardegna per il traguardo raggiunto, bensì anche nel dare voce a noi giovani. Dovendo entrare in contatto con ministri, per esempio il responsabile dell’Istruzione Patrizio Bianchi, sportivi, scrittori e via dicendo, ci siamo cimentati in questa nostra vera e propria attività di “pseudo-giornalisti” e abbiamo fatto del nostro meglio per formulare domande originali.

Oltre alle interviste fatte ai vari ospiti dal direttore del quotidiano Antonio Di Rosa, siamo riusciti a dare vita a dibattiti intorno a temi di vario genere, come per esempio la crisi climatica, le discriminazioni di genere, la passione e l’importanza della scrittura e il ruolo della politica e del giornalismo nei giorni nostri. Tra tutti gli ospiti voglio citare lo scrittore Marcello Fois, col quale ho avuto la fortuna e l’immenso piacere di parlare. Penso che difficilmente dimenticherò il modo in cui si è interessato a me nel momento in cui, dopo aver risposto alla mia domanda, mi ha dato consigli sul valore della scrittura in tempi di Covid. Anche per questo, quindi, i 130 anni de La Nuova Sardegna sono stati memorabili. Mentre ripenso a quei momenti sento ancora quell’emozione mischiata a un senso di tensione che provavo nell’esatta sequenza in cui salivo gli scalini per arrivare al centro del palco, impugnare il microfono e rivolgermi all’ospite con cui dovevo conversare. Tuttavia non tremavo e l’ansia non è riuscita ad avere il sopravvento. Noi studenti ci supportavamo a vicenda dandoci coraggio ogni qualvolta qualcuno di noi doveva salire sul palco, dicendoci che sarebbe andato tutto bene. E così è stato.
*Elisa frequenta il Liceo Classico Canopoleno a Sassari