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La ” fatica ” dell’essere pendolare!

Scritto da Maria Marras

25 Ottobre 2021

Per molte scuole della Sardegna, come la mia, la prima campanella è suonata lunedì 13 settembre. Per molti è stato un inizio mentre per altri sarà la conclusione di un capitolo importante, di un percorso che porterà alla conquista del diploma.
Io abito in un piccolo paesino del centro Sardegna e la mia scuola si trova a Nuoro. Frequento il quinto anno dell’Istituto tecnico “ Salvatore Satta “ con indirizzo turistico. Sono quindi una pendolare e viaggio con l’Arst, l’Azienda regionale sarda trasporti. Mi sveglio tutte le mattine tra le 5.30 e le 5.45, mi preparo ed esco di casa alle 6.40 per poter prendere il mezzo che dal mio paese mi porta a Nuoro. In pullman trascorro circa quaranta minuti. Dopo scuola, il primo autobus per rientrare a casa parte alle 14.15 mentre l’alternativa è prendere quello delle 18.30. Sulla base della mia esperienza, posso dire che in tempo di Covid – perché la pandemia non è finita – i controlli molto spesso sono insufficienti. Ci sono alcuni autisti più attenti all’uso della mascherina mentre altri fanno finta di niente.
L’altra critica che sono costretta a muovere riguarda le condizioni dei mezzi. Quelli sui quali viaggio io sono piuttosto datati e a volte si fermano per problemi al motore o alle gomme. È capitato di arrivare in ritardo a scuola (nel caso degli studenti) o in altri luoghi (nel caso dei lavoratori pendolari). Possiamo cercare di sorvolare sugli orari sia della partenza che del rientro, ma ciò che chiedo io, e penso sia un pensiero comune di tutti noi studenti e pendolari in generale , è maggiore sicurezza e non soltanto per quanto riguarda il Covid che ci auguriamo passi in fretta.
Studiare è un nostro diritto e dobbiamo essere messi in grado di poter raggiungere i nostri istituti in maniera sicura. A distanza di anni – da molto tempo infatti viaggio sui mezzi pubblici – le cose sembrano non voler cambiare ed io mi chiedo se i dirigenti dell’Arst non siano stanchi di sentire continuamente lamentele sui disservizi.
Per questo mi rivolgo direttamente a loro invitandoli a trascorrere una giornata con noi per toccare con mano le difficoltà e i disagi. Con la speranza da parte mia di poter scrivere in un futuro non molto lontano parole diverse, di potervi raccontare che le cose stanno finalmente cambiando. Per adesso possiamo solo avere ancora pazienza e sperare che finalmente qualcuno decida di ascoltarci (lo meritiamo) e di intervenire per arrivare alla soluzione.

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