Per il secondo anno di fila tutta l’Italia passerà una Pasqua diversa, l’ennesima Pasqua che si tinge di rosso. La Sardegna, che aveva la possibilità di un ritorno alla normalità, anche se in parte, vista la nostra permanenza, per tre settimane in zona bianca. A causa dei mancati controlli in aeroporto e azioni sbagliate di alcuni sardi, questo piccolo segnale di normalità, quasi sfiorato non è stato raggiunto, lasciando degli effetti collaterali di cui ne risentirà l’isola da molti punti di vista. Innanzitutto non sarà possibile l’arrivo di turisti, che nel 2019 raggiunsero in media circa tre milioni di arrivi molto importanti per il settore turistico, che rappresenta per la Sardegna la fonte di guadagno. Però anche dal punto di vista tradizionale e religioso, i sardi non potranno animare i borghi e assistere i riti della settimana santa, che ogni anno coinvolgeva comitati religiosi e non, che riportavano alla luce scene simbolo di questo periodo religioso, attirando un flusso turistico elevato. Un altro simbolo Pasquale è l’agnello, che già per due anni mancherà in molte tavole sarde, che a causa della perdita del posto di lavoro non potrà essere presente nei pranzi pasquali. Quelli però che risentiranno di questa seconda Pasqua a casa sono i giovani, che non potranno passare questi giorni di festa con i propri amici e parenti, non a causa loro ma a causa di persone irresponsabili, che hanno fatto in modo di far trascorrere anche questa festa tra le mura domestiche. Finisco augurando a tutti una buona Pasqua, sperando che sia l’ultima trascorsa rinchiusi in casa.
Aria buona, cibo sano e cultura il fascino delle borgate della Nurra
La Nurra...un territorio da riscoprire. Un luogo a cui ridare vita per offrire un futuro migliore ai residenti. Uno stile di vita aperto alla natura e alla bellezza ancora incontaminata. E' la Nurra di Sassari, una volta fiorente centro agro-pastorale. Interessata...