Da uno studio condotto in Gran Bretagna è emerso che nell’oltre il 40% dei casi di suicidi giovanili riportati dai media, la causa è riconducibile al bullismo. Il bullismo include violenza verbale, isolamento sociale, cyberbullismo e maltrattamenti fisici e ovviamente gli attori, che sono il bullo e la vittima.
Quando si parla di bullismo in televisione intervengono fior di psicologi: si da la colpa alla società, una società malata, consumista, volgare, priva di valori, arrivista e chi più ne ha più ne metta.
Ma dato che non sono uno psicologo, volendo esprimere cosa penso del bullismo, non mi metto certo a ricercarne cause di elevato valore emozionale, quali per esempio “il bullo nel passato è stato a sua volta vittima…”, oppure “è un modo per farsi notare nonostante l’insicurezza…”. Per me il bullo è semplicemente una persona maleducata, ovvero una persona educata male; perciò chiamo in causa la famiglia, e ne darò una definizione personale.
Come ci insegna il sempreverde Aristotele, la famiglia è il primo organo che compone la società, quindi, il primo posto in cui si ha un confronto con altre persone. Lì si impara a relazionarsi, a rispettare, ad amare, a condividere cose e sentimenti, a crescere come individui e a mostrare empatia. La responsabilità dell’educazione è totalmente dei genitori, che devono impartire principi e stabilire regole. Sono loro che educano e preparano al mondo i giovani esseri che un domani lo popoleranno in autonomia. Cari genitori, a voi che avete il mestiere più difficile del mondo, chiedo qualche riga di attenzione. Si educa soprattutto con l’esempio, dunque, se non avete nulla di buono da dire tacete, in modo da educare alla compassione; se vedete un handicappato (lo dico essendo cresciuto con una zia tetraplegica), non ridete o denigrate, ed educherete al rispetto; se notate una fragilità in una persona, tendete la mano ed educherete all’empatia.
Genitori, educate i vostri figli all’amore verso il prossimo, al rispetto delle diversità perché, guarda caso, la vittima è sempre chi ha qualcosa di diverso: che sia il colore della pelle, la religione, l’aspetto fisico o la timidezza. Sentite l’obbligo di impartire ai vostri figli valori morali, ma non nella teoria, e nella vita di tutti i giorni insegnate dando l’esempio. Siate un punto di riferimento e mostratevi un buon modello per loro. Siate grandi. Siate l’adulto che vorreste diventassero loro.
Come la mens sana sta in corpore sano, la famiglia sana rende una società sana.
In conclusione, mi rivolgo ai miei genitori, e li ringrazio. Siete un esempio di coerenza e di correttezza, mi avete educato con amore e con un gran numero di no, che tranquilli: non mi hanno turbato in alcuna maniera! Spero siate orgogliosi di me quanto io lo sono di voi.