Spesso, nel corso della storia, durante l’avvento delle prime scoperte meccaniche, tecnologiche e scientifiche, la società umana si è rivelata decisamente intimorita dai potenziali svantaggi che il progresso avrebbe provocato. Basti pensare alla ribellione contro le macchine durante la rivoluzione industriale in Inghilterra. Molti operai rifiutarono l’introduzione delle nuove macchine nell’industria, convinti che queste fossero la principale causa dei bassi salari e della disoccupazione.
In realtà oggi possiamo dire che proprio grazie a questi nuovi apparecchi venne decisamente incrementata la produzione industriale. Tutt’oggi il progresso tecnologico e scientifico continua a programmare nuovi software e creare nuovi robot per facilitare la vita di tutti i giorni. Già da qualche anno la startup canadese X-Matik ha cominciato ad introdurre l’idea di self-driving, trasformare una qualunque vettura in un’auto con una guida semi-autonoma. Servirà ancora l’aiuto dell’uomo, ma questo sistema, che si dovrebbe poter installare come un accessorio, sarà in grado di gestire l’auto in autostrada, procedere nelle marce e mantenere la distanza di sicurezza. Si potrebbero così evitare numerosi incidenti stradali che, ad oggi, sono all’ordine del giorno. Un altro esempio è rappresentato dalla multinazionale Toyota: questa infatti, che fin dai primi anni ’90 ha cominciato a svilupparsi nella creazione di robot, ha lanciato, giusto un paio di anni fa, il robot T-HR3, che grazie alle sue capacità, potrà darci una mano all’interno delle mura domestiche, negli ospedali, nei cantieri edili, e forse un giorno, persino nello spazio. Qualche articolo scientifico afferma inoltre che, tra una ventina di anni, anche il traffico marittimo sarà automatico, diventando così più economico e sicuro. Certamente in mare sarà molto più difficile far orientare un’intelligenza artificiale, ma togliendo i marinai dalle navi, si ridurrebbero, sebbene di poco, i costi di gestione e gli errori umani.
Senza parlare dell’incredibile successo delle intelligenze artificiali nel campo medico: pazienti affetti da Sla o da malattie simili, dove solo il cervello resta attivo mentre il corpo è immobile, possono rompere il loro silenzio grazie alle nuove tecnologie dei sintetizzatori vocali. Ne è un esempio Stephen Hawking che, durante gli ultimi anni della sua vita, si è dovuto affidare ad una di queste intelligenze in grado di percepire, tramite un sensore presente negli occhiali, i leggeri movimenti della sua guancia sinistra, elaborare le singole parole ed esprimerle a gran voce. Solamente grazie al progresso e al duro lavoro di medici, scienziati e tecnici ora, le numerose persone affette da queste terribili disabilità, potranno continuare a vivere, e non solo a sopravvivere fino alla fine dei loro giorni. Bisogna ricordare che, nonostante la presenza di questi nuovi robot, l’uomo dovrà comunque essere presente; sicuramente verranno meno alcuni mestieri odierni (come il marinaio o il pilota) ma ci saranno comunque altri nuovi posti di lavoro finalizzati al controllo e alla programmazione. Lo scopo delle macchine è quello di ridurre il più possibile i lavori rischiosi e gli errori umani, non quello di sostituirsi completamente all’uomo nella vita di tutti i giorni.