di Stefano Ambu
Anche una nuova sede può essere importante per indirizzare chi cerca lavoro verso un nuovo futuro. La speranza a Quartu sarà il centro di impiego di Sa Serrixedda. Con spazi più ampi e più possibilità di trovare soluzioni. Mille metri quadri, potrebbe aprire in estate. Il centro di impiego della Aspal ora è in via Bizet. Tante le persone che si rivolgevano agli sportelli. E anche la logistica non aiutava: operatori costretti a guardare l’orologio per provare ad accontentare tutti. E utenti impazienti e scontenti per le code. Con l’era Covid, per paradosso, la situazione è migliorata. «È vero – spiega il coordinatore del centro impiego di Quartu Antonello Ariu (nella foto) – Stiamo lavorando moltissimo a distanza, senza dimenticare però chi non può o non riesce a connettersi a internet. Per queste persone abbiamo predisposto il ricevimento per appuntamento con la classica telefonata di prenotazione o con la mail mandata magari da un parente. In generale avevamo in partenza quasi sottovalutato le potenzialità reattive dell’utenza. E invece abbiamo scoperto un grande spirito di adattamento: gli utenti hanno imparato a scaricare le applicazioni e usare quelle più semplici ad esempio per restituire i documenti firmati o per tutti quegli adempimenti che prima richiedevano la presenza fisica in sede». E lavorano meglio anche gli uffici: «Uno step in più verso l’informatizzazione del servizio – conferma Ariu – che ci ha anche alleggerito rispetto al periodo pre-lockdown. Ora possiamo programmare 4-5 colloqui al giorno e riusciamo a dedicare anche un’ora- un’ora e dieci a chi si rivolge a noi. Nel periodo di chiusura degli uffici abbiamo portato avanti quasi ottomila colloqui individuali». Ma è aumentata la richiesta degli utenti, magari mandati a casa per il Covid? «Bisogna tenere conto del blocco dei licenziamenti – spiega Ariu – noi ci aspettavamo una crescita di richieste, ma le risorse in campo hanno frenato l’aumento. Che però probabilmente è solo rimandato a marzo con la scadenza del blocco di licenziamenti. A quel punto bisognerà capire se ci saranno ulteriori interventi per differire questo termine. Vero anche che abbiamo uno strumento, la Naspi, che consente di non rimanere allo scoperto e di poter valutare anche meglio le possibilità di un nuovo impiego. Siamo pronti a fornire un buon accompagnamento. La Regione sta mettendo in campo risorse per le politiche attive del lavoro. Tutti si stanno attivando per reperire tutte quelle risorse, anche europee, per la gestione di questa emergenza: è giusto programmare. Andando a vedere quello che succede in altri Paesi si nota che chi investe nelle politiche del lavoro esce prima dalla crisi». Gli utenti sono pronti a rimettersi in gioco. Anche in campi finora inesplorati. «C’è – continua Antonello Ariu – l’asse 2 di Garanzia giovani che prevede tra le misure anche un fondo per formare e riqualificare i lavoratori per le nuove figure professionali richieste dal mondo del lavoro. Questa è la sfida delle sfide». Ma cosa dicono i lavoratori che parlano con gli operatori? «La frase ricorrente che sentiamo- spiega il coordinatore di Quartu – è che il Covid ha tagliato le gambe un po’ a tutti, ma soprattutto ai tavolini di bar e ristoranti. Teniamo conto del fatto però che i ristori sono arrivati o stanno arrivando, un minimo di ombrello c’è. Ormai siamo proiettati- e anche questo lo avvertiamo nelle parole di chi si rivolge all’agenzia- nella speranza che la vaccinazione possa far finire questo incubo».